Carlo Mattogno - Da Capucetto Rosso ad Auschwitz [Pdf Ita] [TNTvillage]
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Carlo Mattogno - Da Capucetto Rosso ad Auschwitz.pdf -
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Carlo Mattogno - Da Capucetto Rosso ad Auschwitz [Pdf Ita] [TNTvillage]
Carlo Mattogno
L'«IRRITANTE QUESTIONE» DELLE CAMERE A GAS
OVVERO
DA CAPPUCCETTO ROSSO AD... AUSCHWITZ
RISPOSTA A VALENTINA PISANTY
Edizione riveduta, corretta e aggiornata
Titolo: L'«irritante questione» delle camere a gas
ovvero Da Cappuccetto Rosso ad... Auschwitz.
Risposta a Valentina Pisanty
Autore: Carlo Mattogno
Anno: 1998
Editore: Editore Graphos
internet
aaargh
2007
Dalla Presentazione
La prima edizione di quest'opera è stata data alle stampe dall'Editore Graphos di Genova nel 1998. Come avevo previsto, dopo la sua pubblicazione la dottoressa Valentina Pisanty, non sapendo che cosa replicare, si è ritirata in silenzio dalla scena, ritornando ad occuparsi del suo Cappucceto Rosso, salvo qualche occasionale incursione mediatica in cui ha sproloquiato le sue fantasie semiotiche sul revisionismo.
Ma ormai il seme velenoso aveva attecchito. E se ora si sentono persone di cultura italiane - che non hanno mai visto un libro revisionstico - asserire con supponenza che il revisionismo storico è scientificamente e metodologicamente nullo - lo si deve in massima parte a Valentina Pisanty.
La mia demolizione sistematica dei suoi sofismi è valsa a ben poco, data l'immensa sproporzione mediatica che è sempre esistita tra il suo libro e il mio. Non resta dunque che diffondere la mia risposta in rete. Ciò è tanto più necessario in quanto - in tempi in cui gli istigatori della Pisanty minacciano anche la libertà di espressione revisionistica - è importante mostrare che il revisionismo è ben altra cosa dall'immagine distorta e parodistica di esso che la Pisanty ha creato con le sue interpretazioni cavillose e truffaldine. Il testo che presento è ovviamente riveduto, corretto e aggiornato.
Carlo Mattogno (Orvieto, 1951) è un saggista italiano, considerato il principale esponente del negazionismo in Italia.
Ufficiale in congedo dell'esercito italiano, secondo le biografie presenti in alcuni siti negazionisti avrebbe condotto studi avanzati in latino, greco ed ebraico occupandosi di analisi e tecnica testuale. Dagli anni settanta ha iniziato ad occuparsi della storia dell'Olocausto: nel 1985 ha pubblicato Il mito dello sterminio ebraico e Il rapporto Gerstein: anatomia di un falso con la casa editrice "Sentinella d'Italia", della destra radicale italiana. Negli stessi anni, Mattogno ha collaborato con la rivista della destra radicale italiana Orion, unitamente al fratello Gian Pio, un cattolico fondamentalista. Altre opere di Mattogno sono state invece pubblicate unicamente in internet.
Mattogno è membro dal 1988 dell'"Editorial Advisory Committee" dell'Institute for Historical Review, un'associazione negazionista, contribuisce alla rivista trimestrale dei Vierteljahreshefte für freie Geschichtsforschung, sempre di contenuto apertamente negazionista, e a partire dal 1989 ha partecipato come relatore a diverse conferenze internazionali negazioniste.
Nelle sue numerose pubblicazioni, Mattogno nega che siano state pianificate e poste in essere azioni di sterminio nella Germania nazista, in particolare contro ebrei e zingari: i lager sarebbero stati quindi dei meri luoghi di concentramento, transito, lavoro o soggiorno, funzionali ad una politica di evacuazione di alcune categorie di persone potenzialmente pericolose; allo stesso modo, non avrebbero nemmeno avuto luogo le azioni di sterminio degli Einsatzgruppen nelle retrovie del fronte orientale. Per Mattogno i tedeschi desideravano unicamente far emigrare gli ebrei dalla Germania, in quanto gli ebrei stessi sarebbero stati i primi a dichiarare la propria opposizione verso il regime nazista. L'Olocausto non sarebbe altro che un'enorme macchinazione propagandistica, nata negli ambienti dei lager ad opera delle cellule resistenziali ebraiche, sistematizzata in seguito dai Sovietici, imposta da tutti gli Alleati alla fine della guerra grazie ai processi di Norimberga - che egli ritiene in gran parte basati su prove e testimonianze false o falsificate - e definitivamente accettata dagli storici e dai principali stati del mondo. Per evitare qualsiasi dissenso, i governi avrebbero quindi delegato ad una serie di leggi liberticide ed alle aule di giustizia il compito di far calare una definitiva pietra tombale sulla questione. Il movimento negazionista mondiale quindi sarebbe la vittima predestinata di un enorme complotto planetario.
Dopo aver visitato a partire dalla fine degli anni settanta gli ex campi di Auschwitz-Birkenau, Stutthof, Dachau, Gusen, Mauthausen, Gross-Rosen, Buchenwald, Lublino-Majdanek, Płaszów, Bełżec, Treblinka, l'ex-ghetto di Terezin e Sobibór, e aver consultato numerosi archivi, nelle sue prime opere (1985-1995) ha concentrato i suoi interessi sulla critica delle testimonianze relative alle modalità di sterminio degli ebrei tramite camere a gas, le quali presenterebbero, secondo Mattogno, numerose contraddizioni ed inverosimiglianze che ne inficerebbero l'attendibilità . Tutte le testimonianze relative allo sterminio degli ebrei analizzate, da qualsiasi parte provengano, risulterebbero secondo Mattogno false.
A partire dal 1995, Mattogno ha frequentato gli archivi moscoviti appena riaperti agli studiosi, in cui ha avuto la possibilità di esaminare numerosi documenti (circa 90.000 pagine) precedentemente sequestrati dai Sovietici: tra questi hanno avuto particolare rilievo nelle sue opere successive quelli relativi alla "Zentralbauleitung" ("Ufficio centrale delle costruzioni") di Auschwitz.
Una delle sue argomentazioni consiste nell'impossibilità fisica dei forni crematori esistenti di eliminare l'enorme massa di cadaveri dei prigionieri uccisi nelle camere di sterminio, per questioni di tipo tecnico e ingegneristico. Allo stesso tempo, vengono considerate fisicamente impossibili - e comunque non avvenute - anche le cremazioni dei cadaveri nelle fosse scavate all'aperto. Le sue conclusioni non sono entrate nel circolo delle argomentazioni storiografiche sull'Olocausto, purtuttavia sono state criticate da alcuni studiosi, come l'americano John C. Zimmerman o il medico italiano Francesco Rotondi.
Una sua ricerca è stata però considerata di qualche valore: l'Institut für Zeitgeschichte (Istituto di storia contemporanea) di Monaco in un saggio sulle fonti relative ad Auschwitz ha inserito nella propria bibliografia lo studio di Mattogno sulla Zentralbauleitung (l'Ufficio Centrale delle Costruzioni) del campo, unica sull'argomento[senza fonte]. Lo storico tedesco Ernst Nolte lo definisce "scienziato serio" anche perché - secondo lui - "non nega del resto la realtà di assassinii di massa degli ebrei o degli zingari; mette in dubbio esclusivamente la sua causalità a opera di una decisione del vertice dello Stato, quindi di Hitler, e nega la possibilità tecnica delle uccisioni nelle camere a gas". Anche Jean-Claude Pressac, pur negando radicalmente la validità delle sue teorie, riconosce la maggiore qualità della sua ricerca nell'ambito degli studi negazionisti.
Carlo Mattogno, secondo i metodi propri del negazionismo, ha spesso polemizzato con diversi studiosi della Shoah, accusandoli di malafede, dilettantismo, falsificazione della storia, improvvisazione e ignoranza. Esemplare tra queste diatribe è quella suscitata dalla tesi di dottorato in semiotica di Valentina Pisanty che accusava Mattogno di metodi capziosi e scorretti e di falsificazione dei documenti.
Sulla stessa falsariga, Carlo Mattogno afferma di "(essere) il revisionismo storico in Italia" e di aver "gettato nella costernazione i santoni della nuova religione olocaustica", che si imporrebbe nel mondo tramite una "nuova Santa Inquisizione Olocaustica".
126 pagine
1,1 MB (1.123.645 byte)
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